Secondo l'ultimo censimento ISTAT, il non profit in Italia conta 330mila realtà, 5,5 milioni di volontari e 778mila dipendenti
La riforma del terzo settore cambierà il volto di un sistema che attraversa già da tempo una profonda evoluzione. Lo dicono i numeri: è un comparto che cresce e diventa un riferimento saldo per lo sviluppo sociale ed economico del paese.
Secondo i dati del “Censimento permanente sulle istituzioni non profit” dell’Istat, dal 2011 al 2015, le istituzioni non profit passano da 301.191 a 336.275 (+11,6 per cento).
Crescono i volontari ma anche i dipendenti, disegnando un nuovo scenario possibile che si ramifica in forme vecchie e nuove di impegno civico e in iniziative di economia responsabile.
È un mondo variegato quello del non profit. Si tratta nell’85,3% dei casi di associazioni (riconosciute o meno), cui seguono le cooperative sociali (4,8%), le fondazioni (1,9%). Le altre forma giuridiche rappresentano solo l’8% del totale.
La maggior parte delle istituzioni non profit si trovano al nord: oltre 171.419 realtà per il 51% del totale. Seguono il centro con più di 75mila realtà (22,5%), il sud con oltre 57mila istituzioni (17,1%) e infine le isole con quasi 31mila e 500 enti (9,4%).
Il terzo settore, con le dovute differenze geografiche legate al numero di abitanti, resiste e cresce in tutto il paese e lo fa soprattutto al centro (+17%) al sud (+15,6%).
A farla da padrone, sono le organizzazioni con attività prevalente “Cultura, sport e ricreazione”, un settore che conta il 64,9% del totale (circa 218mila enti) e quelle che lavorano nel settore dell’assistenza sociale e la protezione civile, con oltre 30.877 realtà.
L’impegno volontario in prima linea
La maggior parte delle istituzioni non profit in Italia (oltre i 2/3 del totale) contano al loro interno volontari: 267.529 su un totale di 336.275 enti. In tutto, si contano 5.528.760 volontari, aumentati in 4 anni del 16,2%. Sono 911 ogni diecimila abitanti, contro gli 801 del 2011.
L’indagine dell’Istat offre ulteriori elementi sul volontariato. Si osserva ad esempio che i volontari sono sempre concentrati in modo schiacciante nel settore Cultura, sport e ricreazione: ben 3 milioni e 128 persone pari al 56,6 per cento del totale. Un altro indicatore interessante sull’evoluzione del volontariato riguarda la sua concentrazione per dimensioni: crescono sensibilmente le organizzazioni che dichiarano tra 3 e 9 volontari (dal 34,7 al 42,3 per cento), soprattutto a scapito di quelle che ne hanno solo 1 o 2 (dal 14,5 al 7,9 per cento).
Il boom del lavoro nel terzo settore
Nonostante i numeri siano ancora bassi rispetto ai dati complessivi, negli ultimi anni quello che cresce più in fretta è il numero di dipendenti nelle istituzioni non profit. Il terzo settore che assume cresce del 15,8% e del 32,2% rispetto al 2011, anno della prima rilevazione Istat.
Il numero di dipendenti passa da 680mila a 788mila e sono concentrati in poco più di 55mila istituzioni. Il dato non comprende il numero complessivo dei lavoratori retribuiti (che include anche chi non ha un contratto da dipendente).
Riguardo la tipologia, l’incremento più forte riguarda le cooperative sociali, che passano da 11 mila a 16 mila, segnando un +43,2 per cento in assoluto e passando dal 3,7 al 4,8 per cento sul totale delle istituzioni non profit. Poco meno del 20 per cento di tutto il settore, che fa segnare anche un grande balzo nella quota di dipendenti impiegati: rispetto al 2011 questa quota passa infatti dal 47,1 al 52,8 per cento, assorbendo gran parte della crescita di dipendenti registrata.
A questo link la sintesi dell’indagine e le tavole statistiche.