36 milioni di euro per l’avvio del registro unico nazionale del Terzo settore

I fondi sono stati stanziati con un decreto del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e suddivisi per le annualità 2019 e 2020. Prevista una quota fissa per ciascuna Regione e Provincia autonoma e una variabile in base al numero di enti non profit

Per avviare, gestire e controllare gli uffici del registro unico nazionale del Terzo settore (Runts), sono stati stanziati 13 milioni di euro per il 2019 e 23 milioni per il 2020. La comunicazione è stata pubblicata sul sito del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, in cui si specifica che il ministro Andrea Orlando ha firmato il decreto ministeriale di riparto per la gestione degli uffici del Runts. Le risorse sono destinate agli uffici istituiti presso le Regioni e le Province autonome.

Per la ripartizione, è prevista una quota fissa pari a 300 mila euro per ciascuna Regione e Provincia autonoma e una quota variabile determinata in proporzione del numero di enti non profit operante su ciascun territorio di riferimento. Il dato fa riferimento alla versione aggiornata dell’apposita tabella di rilevazione dell’Istat. Questi stessi criteri di riparto sono stati già utilizzati con le risorse dell’annualità 2018, a seguito della condivisione con la Commissione Politiche sociali delle Regioni e Province autonome. Per la ripartizione, è stata acquisita l’intesa della Conferenza Stato-Regioni.

Come si legge nella comunicazione ministeriale, riguardo alla quota fissa, si è ritenuto di non modificare, per gli anni 2019 e 2020 l’importo assegnato sin dalla prima annualità, per non penalizzare eccessivamente gli uffici che, pur in presenza di un ridotto numero di enti, necessitano comunque di una quota stabile nel corso degli anni, a fronte di eventuali riduzioni di spesa o di diminuzioni nel numero degli enti di riferimento.

La quota di fondi minima, 300.000 euro, quindi, è stata valutata compatibile con lo svolgimento delle attività di gestione del registro unico e di controllo sugli enti. L’auspicio, quindi, è che ci sia una gestione complessivamente efficace e coerente in tutti i territori.

Saranno le Regioni e le Province autonome, in coerenza dei rispettivi modelli organizzativi, ad impiegare le risorse trasferite per lo svolgimento delle attività ma anche a monitorare le attività e a rendicontare l’utilizzo delle risorse finanziarie, comunicando i relativi dati ed elementi informativi al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, in forme e modi previamente concordati.

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