Pubblicate in Gazzetta ufficiale le indicazioni per realizzarla secondo criteri e modalità condivise. Tutte le indicazioni per comunicare ai propri stakeholders il valore sociale aggiunto delle proprie attività, i cambiamenti che producono e la loro sostenibilità
Misurarsi per dimostrare la propria credibilità e comunicare come le proprie attività inducano cambiamenti sulla comunità per renderle più inclusive, sostenibili e coese è una delle sfide del terzo settore. Per farlo al meglio, seguendo criteri e metodologie condivise, sono state licenziate le linee guida ministeriali sulla valutazione dell’impatto sociale (Vis), uno degli strumenti di trasparenza previsti dalla nuova normativa.
Il decreto ministeriale del 23/07/2019 – uscito in Gazzetta Ufficiale ieri 12 settembre 2019 – aggiunge un nuovo tassello al processo di miglioramento della comunicazione all’esterno degli enti non profit e di autovalutazione dell’efficacia del proprio operato. Qualche settimana fa, infatti, sono state pubblicate le linee guida sul bilancio sociale, altro asset strategico per dare visibilità alle azioni della propria organizzazione e difendere “dati alla mano” la propria reputazione da possibili attacchi.
Anche se non è obbligatoria, la valutazione dell’impatto sociale è un’azione rivolta agli stakeholders più che mai urgente. Per identificare e realizzare gli strumenti più opportuni a questo scopo, gli enti del terzo settore (Ets) possono chiedere il supporto dei centri di servizio per il volontariato e delle reti associative nazionali. I documenti prodotti, inoltre, dovranno essere pubblicati sui canali di comunicazione digitale degli enti e/o su quelli delle reti associative.
Le linee guida sulla valutazione d’impatto sono uno strumento definito dallo stesso decreto ministeriale di tipo “sperimentale”, finalizzato a generare un processo concettuale e allo stesso tempo misurabile nel medio e lungo termine. Si fa riferimento ad elementi relativi alla qualità e quantità dei servizi, alle ricadute verificabili nel breve termine e quindi più dirette, ma anche agli effetti di medio-lungo periodo.
Avere dei riferimenti comuni e, soprattutto, dati oggettivi e verificabili, infatti, facilita la valutazione dei risultati raggiunti rispetto agli obiettivi programmati, grazie anche a un sistema di indici e indicatori di impatto da mettere in relazione con il bilancio sociale.
Rispetto all’azione svolta, il sistema di valutazione dell'impatto sociale serve per far emergere e far conoscere il valore aggiunto sociale generato, i cambiamenti sociali prodotti e la sua sostenibilità.
La valutazione di impatto sociale è applicabile ad interventi ed azioni di media e lunga durata (almeno diciotto mesi) e di entità economica superiori ad euro 1.000.000, se sviluppati in ambito interregionale, nazionale o internazionale.
Le amministrazioni pubbliche nell'ambito di procedure di affidamento di servizi di interesse generale, possono prevedere la realizzazione di sistemi di valutazione dell'impatto sociale da parte degli Ets con cui intrattengono dei rapporti. I costi di questa operazione devono essere proporzionati al valore dell’intervento e inclusi nei costi del finanziamento complessivo.
Gli stakeholders a cui è diretto il processo di valutazione sono:
Esistono diversi approcci per misurare l’impatto sociale e ogni Ets può scegliere quale metrica utilizzare, in base anche alla dimensione dell’ente e alla sua forma giuridica. Le linee guida definiscono alcuni principi e contenuti minimi. Il testo definisce i seguenti principi:
Gli Ets, quindi, dovranno prevedere all'interno del proprio sistema di valutazione una raccolta di dati sia quantitativi che qualitativi, considerando indici ed indicatori, sia monetari che non monetari, coerenti ed appropriati ai propri settori di attività di interesse generale.
Per quanto riguarda il processo, dovranno essere esplicitati gli elementi che compongono le seguenti dimensioni di analisi:
Alcuni Ets sono tenuti per legge a redigere il bilancio sociale. La Vis può essere qui integrata laddove vengano previste “informazioni qualitative e quantitative sulle azioni realizzate nelle diverse aree di attività, sui beneficiari diretti e indiretti, sugli output risultanti dalle attività poste in essere e, per quanto possibile, sugli effetti di conseguenza prodotti sui principali portatori di interessi”. Per gli enti che operano in contesti internazionali e che sono tenuti ad adottare sistemi di valutazione di impatto sociale riconosciuti in tali contesti, le Vis realizzate sulla base di tali sistemi sono considerati in tutto equiparabili a quelli redatti sulla base delle linee guida ministeriali.