Le novità introdotte dal decreto Semplificazioni commentate dal Consiglio nazionale in un documento in cui si evidenziano anche alcune criticità presenti nel testo normativo. De Tavonatti e Moro "In questo ambito deve crescere la consapevolezza professionale della categoria"
Il decreto Semplificazioni (legge 4 agosto 2022, n.122 di conversione del decreto-legge 21 giugno 2022, n.73) ha introdotto importanti modifiche all’impianto fiscale del codice del Terzo settore. Per semplificare la lettura dei numerosi interventi, il Consiglio nazionale dei commercialisti ha pubblicato il documento “Le novità per il terzo settore nel c.d. “Decreto semplificazioni”. Un utile lavoro di orientamento in cui sono contenute anche una serie di valutazioni sul testo normativo da parte dello stesso Consiglio nazionale che evidenzia una serie di criticità ancora presenti.
Il documento è stato suddiviso in base alle modifiche apportate ai singoli articoli del codice, mentre le ulteriori proposte emendative sono state brevemente evidenziate nelle conclusioni.
Come si legge nella comunicazione ufficiale, oltre ad alcuni importanti correttivi apportati alla disciplina di riferimento per la qualificazione commerciale o non commerciale dell’ente, ai fini delle imposte dirette (l’articolo 79 del Codice), il decreto semplificazioni ha introdotto ulteriori interessanti modifiche anche in materia di imposte indirette e tributi locali, deduzioni e detrazioni riconosciute a fronte di erogazioni liberali effettuate a favore di enti del Terzo settore, nonché in ordine alle disciplina fiscale specificamente dettata per le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale. Infine, alcune novità si registrano anche in materia di tenuta delle scritture contabili.
“Nel complesso – affermano il vicepresidente del Consiglio nazionale, Michele de Tavonatti e il consigliere David Moro, entrambi delegati alla materia – sebbene gli interventi modificativi siano per lo più in linea con le istanze prospettate dal nostro consiglio nazionale dinanzi le competenti sedi istituzionali, l’impianto normativo di riferimento presenta ancora alcune criticità, per dirimere le quali sono necessari ulteriori interventi, anche da parte della prassi amministrativa, auspicabilmente antecedenti alla piena operatività di tutte le disposizioni fiscali contenute nel titolo X del codice che, come noto, avrà luogo solo a seguito della concessione delle autorizzazioni comunitarie”.
I due esponenti del consiglio nazionale aggiungono che “questo documento è un altro contributo che forniamo ai nostri iscritti su una materia rispetto alla quale deve crescere la nostra consapevolezza professionale. La riforma del Terzo settore ha costituito un passaggio storico per tutto il mondo del no profit, aprendo per la nostra professione grandi spazi di crescita che dobbiamo tutti imparare a sfruttare al meglio”.
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