I numerosi progetti europei che hanno visto protagonisti tra gli altri molti centri di servizio non avevano già fatto il catalogo delle soft skills?
Le Soft Skills sono quelle forme di “abilità” che l’Ue ha inserito nelle competenze chiave. Già nel 2006 il Parlamento e il Consiglio europeo avevano approvato una Raccomandazione relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente e nel 2018 sono state pubblicate quelle nuove, dove emerge con chiarezza il diritto fondamentale per ogni individuo a sviluppare queste competenze. Esse rappresentano proprio quella combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti che diventano indispensabili per affrontare sia i cambiamenti in atto sia quelli che si preannunciano all’orizzonte. I progetti di ricerca dei CSV a cui si riferisce la domanda, al quale si aggiunge il lavoro di ricerca fatto anche dal Forum del Terzo Settore con la pubblicazione di due volumi dal titolo: “Analisi e innovazione dei processi formativi del terzo settore: competenze strategiche dei quadri e dei dirigenti” e “Analisi e innovazione dei processi formativi del terzo settore: competenze strategiche degli operatori volontari in servizio civile” a cui a breve se ne aggiungerà un altro, della stessa collana, circa le competenze strategiche dei volontari, partono tutti da questa premessa. Non si tratta quindi di fare un “catalogo” che, usando però un termine non del tutto appropriato, ha già fatto l’Ue. Certamente invece bisogna lavorare per trasformare queste competenze, erroneamente definite “leggere” in “pesanti” e “strategiche”, in quanto base indispensabile all’azione del proprio compito sociale, lavorativo e di apprendimento e soprattutto dell’agire della propria cittadinanza attiva in maniera piena e consapevole.