Edito da Carocci e curato da Ugo De Ambrogio e Gianfranco Marocchi, analizza la co-programmazione e la co-progettazione tra enti pubblici e Terzo settore alla luce delle novità introdotte dal codice e le esperienze degli ultimi anni
Recensione pubblicata su Impresa sociale.it
L’amministrazione condivisa, almeno dai tempi della 328/2000, è una chimera che entusiasma e definisce nuovi confini del modo di costruire risposte ai bisogni sociali intesi in senso largo del termine. Con l’approvazione del nuovo codice del Terzo settore, una nuova stagione di pratiche collaborative sembra essersi di nuovo aperta e si prospetta come una seconda sfida che dopo i fallimenti e le delusioni dei piani di zona e delle vecchie istruttorie di co-progettazione non può essere persa.
Il libro “Coprogrammare e coprogettare. Amministrazione condivisa e buone pratiche” curato da Ugo De Ambrogio e Gianfranco Marocchi è il primo testo completo che affronta la tematica. I due curatori sono tra i maggiori esperti della materia e il loro contributo è particolarmente prezioso perché oltre a poggiare su solide basi scientifiche si arricchisce anche dell’esperienza sul campo come consulenti e accompagnatori dei nuovi strumenti collaborativi.
Co-programmazione e coprogettazione sono descritte e analizzate con rigore metodologico e, cosa non sempre comune in Italia, con il riferimento a esperienze empiriche che mostrano luci e ombre della nuova stagione collaborativa. Diversi osservatori hanno parlato dell’art. 55 come di una rivoluzione copernicana del modo di fare welfare e costruire beni comuni. Ciò, evidenziano i due curatori, è in parte vero. La co-programmazione e la coprogettazione offrono opportunità inedite di ripensare il modo con cui enti pubblici, Terzo settore e società civile si rapportano per rispondere ai bisogni e per creare crescita e sviluppo. La chiave di lettura offerta dal volume non è però quella, più banale, di mera enfatizzazione dei nuovi strumenti. Se da un lato con decisione i curatori e gli autori prendono posizione per portare a regime le nuove pratiche collaborative, dall’altro, riconoscono e mostrano come i processi da governare e curare sono complessi e non accadono senza un impegno e una progettazione di nuove modalità di intendere la pubblica amministrazione, il welfare mix e lo stesso Terzo settore.
Il volume oltre ad aprire pionieristicamente la riflessione su uno spazio nuovo di procedure amministrative fornisce affondi importanti su tutte le diverse dimensioni dei nuovi strumenti: da quella giuridica a quella sociale e organizzativa. I contributi dei diversi autori permettono al lettore di cogliere gli elementi di novità procedurale della co-programmazione e della coprogettazione; inoltre sono presentati dei casi di studio che mettono in luce sul piano operativo le diverse questioni e le soluzioni che possono essere adottate per realizzare collaborazioni di successo.
L’elemento che distingue in positivo questo testo è anche il taglio multidisciplinare dei contributi. Siamo stati abituati fino a oggi che l’amministrazione condivisa fosse un argomento oggetto di studi specialistici. Nel presente volume la scelta di superare gli approcci analitici settoriali è esplicita e porta sicuramente nuova linfa al dibattito.
Sociologi, psicologi sociali, e giuristi offrono sguardi e mettono a fuoco angolature diverse dell’argomento e consentono in tal modo di evidenziare la complessità dell’applicazione dei nuovi strumenti fornendo indicazioni su come gestirli e portarli a compimento in modo efficace. In sintesi, si tratta del primo libro sul tema, un lavoro di cui si sentiva un grande bisogno dopo i primi anni di dibattito basato soprattutto su impressioni e su buoni auspici ma poco capace di entrare dentro i processi e le implicazioni degli stessi. La convinzione che si trae dalla lettura di questo indispensabile lavoro è che la strada da fare per trasdurre in pratica la riforma non è facile e non è per niente scontata. Ciononostante, è una sfida che alla luce anche delle esperienze virtuose descritte nel testo vale sicuramente la pena di affrontare.
© Foto in copertina di Nadia Bologna, progetto FIAF-CSVnet "Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano"