La riforma prevede, tra l’altro, la creazione di un unico sportello di accesso alle prestazioni, la semplificazione delle valutazioni per invalidità, assistenza domiciliare ad hoc, interventi sulle strutture residenziali e strumenti per lavoro, turismo, alfabetizzazione tecnologica e rapporto con gli animali
È entrato in vigore il 19 marzo 2024 il decreto legislativo 15 marzo 2024, n. 29 che attua la riforma del sistema di assistenza per gli anziani di cui alla legge n. 33/2023, che ha formalizzato la riforma della normativa sui soggetti anziani non autosufficienti prevista dal Pnrr.
Il Governo aveva già approvato (in esame preliminare) lo schema di decreto in questione nel Consiglio dei ministri del 25 gennaio 2024; dopo l’esame parlamentare e l’espressione dei pareri parlamentari (favorevoli con osservazioni) il testo definitivo – non significativamente dissimile da quello licenziato a gennaio – è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 marzo scorso.
Il provvedimento – che introduce misure specifiche che dovrebbero prevenire la fragilità delle persone anziane, favorirne la salute e per l’invecchiamento attivo – interviene sulle misure di sostegno alle persone non autosufficienti e dovrebbe delineare un sistema unificato per l’assistenza ai soggetti non autosufficienti e procedure semplificate di accesso ai servizi per tutti gli over 65.
La riforma introdotta con la legge n. 33/2023 e questo primo decreto attuativo prevedono in generale:
Ai fini delle disposizioni previste dal decreto attuativo della legge delega n. 33/2023, si intende per:
È previsto l’assegno di accompagnamento maggiorato, che si potrà ottenere dal 2025 seguendo alcune precise regole. L’importo può arrivare a 1.380 euro in presenza di specifici requisiti.
Si promuove l’impiego di strumenti di sanità preventiva e di telemedicina nell’erogazione delle prestazioni assistenziali per mantenere le migliori condizioni di vita della persona anziana presso il proprio domicilio, con prioritario riferimento alla persona grande anziana affetta da almeno una patologia cronica.
Al fine di sostenere e promuovere la solidarietà e la coesione tra le generazioni, i soggetti iscritti all’Albo degli enti di servizio civile universale possono presentare progetti afferenti all’animazione culturale con gli anziani e ad adulti e terza età in condizioni di disagio.
L’accesso alle cure palliative è garantito a tutti i soggetti anziani non autosufficienti, affetti da patologia evolutiva ad andamento cronico ed evolutivo, per la quale non esistono terapie o, se esistono, sono inadeguate o inefficaci ai fini della stabilizzazione della malattia o di un prolungamento significativo della vita.
Con l’obiettivo di sostenere il progressivo miglioramento delle condizioni di vita dei caregiver familiari, è riconosciuto il valore sociale ed economico per l’intera collettività dell’attività di assistenza e cura non professionale e non retribuita prestata nel contesto familiare a beneficio di persone anziane ed anziane non autosufficienti, che necessitano di assistenza continuativa anche a lungo termine per malattia, infermità o disabilità. In particolare, il caregiver può partecipare alla valutazione multidimensionale della persona anziana non autosufficiente, nonché all’elaborazione del PAI e all’individuazione del budget di cura e di assistenza.
Le regioni e le province autonome valorizzano l’esperienza e le competenze maturate dal caregiver familiare nell’attività di assistenza e cura, al fine di favorire l’accesso o il reinserimento lavorativo dello stesso al termine di tale attività.Inoltre al caregiver familiare può essere riconosciuta la formazione e l’attività svolta ai fini dell’accesso ai corsi di misure compensative previsti nell’ambito del sistema di formazione regionale e finalizzati al conseguimento della qualifica professionale di operatore sociosanitario (Oss).