Pubblicate in Gazzetta Ufficiale lo scorso 9 agosto, le linee guida sono uno strumento che segna la strada a tutto il mondo non profit per rendere conto delle proprie attività e del modo in cui si svolgono. In linea con le esigenze di pubblicità e trasparenza richieste dalla riforma del terzo settore
Gli enti del terzo settore (Ets) che intendono predisporre e redigere un bilancio sociale, da oggi, possono contare su nuove linee guida. È stato infatti pubblicato il decreto del 4 luglio 2019 “Adozione delle Linee Guida per la redazione del bilancio sociale degli enti del Terzo Settore” (in Gazzetta Ufficiale il 9 agosto), così come previsto dal Codice del terzo settore e dal decreto di revisione della disciplina dell’impresa sociale.
La terminologia ‘sociale’ va considerata in senso ampio: il bilancio sociale è infatti definito nella norma come “strumento di rendicontazione delle responsabilità, dei comportamenti e dei risultati sociali, ambientali ed economici delle attività svolte da una organizzazione”. Nel documento possono quindi essere rappresentate le diverse dimensioni della sostenibilità dell’ente. E per farlo in molti stanno già utilizzando i target degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 Onu, come riferimento utile a evidenziare in che modo l’organizzazione contribuisca al loro raggiungimento.
Il bilancio sociale è un importante strumento informativo, un documento pubblico annuale redatto a seguito del processo di rendicontazione. La normativa indica i soggetti obbligati a redigerlo ma le linee guida sono soprattutto un invito a tutto il mondo non profit a integrare tale documento tra gli strumenti di trasparenza.
Il testo pone l’accento sui destinatari potenziali del documento, sottolineandone così il carattere comunicativo, ed elenca i principi che dovranno guidare l’approccio metodologico, gli strumenti di cui dotarsi, la selezione e la rappresentazione dei dati.
Il bilancio sociale può inoltre contenere gli esiti della valutazione dell’impatto sociale. Sul tema, però, si attendono ancora le specifiche linee guida. Di impatto sociale si parlerà in un’apposita sezione della XIX Conferenza annuale di CSVnet che si terrà a Trento dal 3 al 6 ottobre 2019 dedicata alle esperienze dei centri di servizio per il volontariato sul tema.
Quanto pubblicato con questo decreto non è certamente il primo documento che affronta il tema della rendicontazione sociale per il settore non profit, né il primo riferimento normativo a riguardo. Il decreto che dette origine alla qualifica di impresa sociale, nel 2006, introdusse infatti l’obbligo di redazione del bilancio sociale, ritenendo che il bilancio di esercizio non fosse uno strumento informativo sufficiente. Nel 2007 il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti diffuse, nel Codice unico delle aziende non profit, una raccomandazione su principi generali e linee guida per il bilancio sociale. L’Agenzia per le Onlus, nel 2008, nelle linee guida sui bilanci di esercizio degli enti non profit, inserì indicazioni per la redazione della relazione di missione. In quello stesso anno CSVnet, Iref e Fivol pubblicarono delle linee guida per la redazione del bilancio di missione e il bilancio sociale delle organizzazioni di volontariato. È sempre del 2008 il decreto ministeriale dove si pubblicarono le linee guida di riferimento per l’impresa sociale. Nel 2011 l’Agenzia per il terzo settore pubblicò un corposo lavoro che ha fatto scuola fino ad oggi, le linee guida e schemi per la redazione del bilancio sociale delle organizzazioni non profit.
Tra i vari standard occorre inoltre ricordare il documento di ricerca del Gruppo bilancio sociale del 2009 che rimane un importante testo di supporto, e gli standard del Global Report Initiative i cui indicatori possono essere integrati nella redazione, in particolare il Gri Ngo Sector.
L’armonizzazione che ha cercato di portare la riforma del terzo settore ha quindi riguardato anche questo importante strumento di pubblicità e trasparenza. Le linee guida sono infatti uniche per tutti gli Ets ai sensi del decreto 117/2017, comprese le imprese sociali ai sensi del decreto 112/2017.
Quanto indicato al punto 6 “la struttura e il contenuto del bilancio sociale” si appresta ad essere un sommario di riferimento per la suddivisione dei contenuti del bilancio sociale, permettendo così la comparabilità temporale (dello stesso ente nel tempo) e spaziale (tra enti simili), a beneficio dei diversi destinatari. Per ognuna delle sezioni proposte, le linee guida indicano le informazioni da descrivere: 1) Metodologia adottata per la redazione; 2) Informazioni generali sull’ente; 3) Struttura, governo e amministrazione; 4) Persone che operano per l’ente, 5) Obiettivi e attività; 6) Situazione economico-finanziaria; 7) Altre informazioni; 8) Monitoraggio svolto dall’organo di controllo.
Data l’eterogeneità dei diversi enti di terzo settore, il legislatore ha lasciato comunque un ampio margine di personalizzazione del bilancio sociale che possa tenere conto, tra gli altri elementi, della natura dell’attività esercitata e delle dimensioni dell’ente o dell’impresa sociale. Per contro ha indicato di inserire in un punto specifico le informazioni di tipo ambientale, qualora siano rilevanti. Le linee guida si prestano così ad essere un quadro di riferimento per la creazione di modelli di bilancio sociale per i diversi settori delle attività di interesse generale o per le diverse categorie di Ets.
Con la pubblicazione delle linee guida diventa effettivo l’obbligo previsto dall’art. 9 del decreto legislativo 112/2017 e dagli artt. 14 e 61 del codice del terzo settore (dl 117/2017).
Per i dettagli sui soggetti obbligati e sui tempi di decorrenza di tale obbligo si può visitare la scheda informativa.