Rapporto tra attività di interesse generale e diversa, rapporto tra attività commerciali e non commerciali
Poniamo il caso di un’organizzazione in cui le entrate commerciali non superino del 66% i costi complessivi dell'anno ma le entrate istituzionali siano di poco più alte di quelle commerciali. Ai fini del conteggio delle ore del volontariato totale qual è la regola da seguire nel tenere conto della proporzione tra entrate istituzionali e commerciali?
Con la modifica del 2° comma dell’art. 79 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 avvenuta con il dl 73/2022 (L. 4 agosto 2022 n. 122 pubblicata sulla GU 193 del 19.08.2022), la verifica della commercialità deve avvenire attraverso il raffronto fra i corrispettivi riscossi, comprensivi di eventuali contributi da parte di enti pubblici, e i costi diretti integrati con la parte pro-quota di tutti i costi indiretti, generali, finanziari e tributari ancorché imputabili alle attività di interesse generale. Se i primi non superano i secondi di oltre il 6% (per non oltre 3 periodi d’imposta consecutivi), l’ente del Terzo settore potrà considerarsi non commerciale.