Con un nuovo Dpcm, il Governo indica le modalità di verifica in vigore a partire da oggi 15 ottobre, che non potranno essere effettuate oltre 48 prima. Previsti anche nuovi sistemi oltre all’app “Verifica C19. Rimane il divieto di conservare il Qr code
È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 ottobre 2021 il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sulle modalità di verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni verdi in ambito lavorativo pubblico e privato. Il Dpcm del 12 ottobre 2021 fornisce ai datori di lavoro pubblici e privati indicazioni in merito agli strumenti informatici che consentono da venerdì 15 ottobre una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni, in aggiunta all’App VerificaC19.
La mancanza del green pass non comporta – ricordiamolo – il licenziamento, ma l’allontanamento dal posto di lavoro e ciascun giorno di mancato servizio sostanzierà un’assenza ingiustificata.
Vediamo in dettaglio come devono avvenire i controlli.
I datori di lavoro definiscono le modalità operative per l’organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo prioritariamente, nel caso in cui sia possibile, che tali controlli siano effettuati al momento dell'accesso ai luoghi di lavoro, e individuano con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento delle violazioni degli obblighi.
È opportuno utilizzare modalità di verifica che comunque non determinino ritardi o code all’ingresso.
Oltre all’app di controllo manuale “VerificaC19”, sono rese disponibili dal Governo, per i datori di lavoro pubblici e privati, specifiche funzionalità per una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni.
In generale, tali verifiche possono avvenire attraverso:
l’integrazione del sistema di lettura e verifica del QR code del certificato verde nei sistemi di controllo agli accessi fisici, inclusi quelli di rilevazione delle presenze, o della temperatura;
per gli enti pubblici aderenti alla Piattaforma NoiPA, realizzata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, l’interazione asincrona tra la stessa e la piattaforma nazionale-Dgc;
per i datori di lavoro con più di 50 dipendenti, sia privati che pubblici non aderenti a NoiPA, l’interazione asincrona tra il portale istituzionale Inps e la piattaforma nazionale-Dgc;
per le amministrazioni pubbliche con almeno 1.000 dipendenti, anche con uffici di servizio dislocati in più sedi fisiche, una interoperabilità applicativa, in modalità asincrona, tra i sistemi informativi di gestione del personale e la piattaforma nazionale-Dgc.
In attesa dell’attivazione della piattaforma nazionale Dgc, i soggetti interessati possono comunque avvalersi dei documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta che attestano o refertano una delle condizioni per il rilascio della certificazione verde (vaccinazione, avvenuta guarigione o effettuazione del tampone).
Per far fronte a specifiche esigenze di natura organizzativa, come ad esempio quelle derivanti da attività lavorative svolte in base a turnazioni o connesse all’erogazione di servizi essenziali, i soggetti preposti alla verifica del green pass possono richiederlo ai lavoratori con l’anticipo strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore.
Per i controlli effettuati con l’app, è vietato conservare il codice a barre bidimensionale (QR code) delle certificazioni verdi Covid-19 sottoposte a verifica, estrarre, consultare, registrare o comunque trattare per finalità ulteriori rispetto a quelle per il controllo per l’accesso al lavoro «le informazioni rilevate dalla lettura dei QR code e le informazioni fornite in esito ai controlli» stessi.
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