Il codice del Terzo settore prevede che gli enti del Terzo settore con ricavi, rendite, proventi o entrate comunque denominate inferiori a 220mila euro possano redigere il proprio bilancio nella forma del rendiconto per cassa. Per facilitare questo passaggio, in un periodo dell’anno “caldo” per molte organizzazioni da questo punto di vista, la commissione di studio “Ets - enti del Terzo settore” del Consiglio nazionale dei commercialisti ha reso disponibile un nuovo documento di ricerca proprio su “Il rendiconto per cassa degli enti del terzo settore”. In linea con gli schemi del decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali del marzo 2020, la pubblicazione analizza tutti gli aspetti legati a questo tipo di rendicontazione e propone diverse esemplificazioni, frutto dell’analisi dei casi emersi in questi primi tempi di applicazione della norma, e un esempio pratico di rendiconto.
Dopo un’analisi dei riferimenti normativi e un focus sulla classificazione delle entrate e delle uscite, il documento approfondisce il corretto inserimento del saldo iniziale delle consistenze liquide nella sezione “Cassa e Banca” e le informazioni obbligatorie. Gli altri temi trattati sono, poi, secondarietà e strumentalità delle attività diverse (art. 6 del codice del Terzo settore), rendicontazione delle raccolte fondi occasionali, informazioni facoltative, collocazione all’interno del rendiconto per Cassa dei costi e proventi figurativi.
Si ricorda che la principale differenza con il classico rendiconto gestionale, che rileva oneri e proventi della gestione economica di periodo, è che il rendiconto per cassa evidenzia l’andamento dei flussi monetari dell’esercizio. Come si legge nella presentazione pubblicata sul sito dello stesso Consiglio, i due prospetti si distinguono per il sistema di rilevazione usato: nel primo caso, è basato sulla competenza economica, mentre nel secondo si esaminano le sole movimentazioni monetarie (entrate ed uscite). Il rendiconto per cassa, quindi, evidenzia tutti i movimenti monetari avvenuti nel corso dell’esercizio, identificando la modalità con cui le disponibilità liquide sono state generate o assorbite nel corso del periodo amministrativo.
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© Foto in copertina di Lucio Governa, progetto FIAF-CSVnet "Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano"