Alcuni atti di possibile interesse per il Terzo settore dal monitoraggio delle attività del Parlamento europeo, Consiglio dell’Unione europea e dalle altre Istituzioni europee
SESSIONE PLENARIA
La prossima seduta è convocata il 17 maggio 2021 a Strasburgo.
L’ordine del giorno è consultabile al link: SYN_POJ_May_a_EN.pdf (europa.eu)
Al riguardo, si segnala in particolare:
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce "Erasmus": il programma dell'Unione per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport e che abroga il regolamento (UE) n. 1288/2013
DATI GENERALI
Procedura: 2018/0191(COD) - procedura legislativa ordinaria (ex procedura di codecisione)
Relatore: Milano ZVER (Gruppo del Partito popolare europeo – Slovenia)
Relatore ombra italiano: Simona BALDASSARRE (Lega)
LAVORI PARLAMENTARI
Il 30 maggio 2018 è stata pubblicata la proposta legislativa della Commissione europea.
Su tale proposta, il 19 ottobre 2018 è stato adottato il parere del Comitato economico e sociale europeo e il 6 febbraio 2019 quello del Comitato delle regioni.
Il 20 febbraio 2019 si è concluso l’esame presso la Commissione “Cultura e Istruzione” (CULT) del Parlamento europeo.
Il 28 marzo 2019 si è conclusa la prima lettura con la votazione in sessione plenaria.
Il 16 settembre 2019 la Commissione “Cultura e Istruzione” ha deciso di avviare negoziati interistituzionali sulla base del testo approvato. L’11 gennaio 2021 la stessa Commissione ha approvato il testo concordato nei negoziati, la cui approvazione da parte della sessione plenaria, in seconda lettura, è prevista nel mese di maggio 2021.
Il 13 aprile 2021 il Consiglio ha approvato la proposta in prima lettura.
CONTENUTI
Erasmus+ è il programma dell’Unione europea nei settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport per il periodo 2021-2027.
Il programma 2021-2027 intende sostituire l'attuale Erasmus+ relativo agli anni 2014-2020, abrogando il regolamento (UE) n. 1288/2013 che lo aveva istituito, ampliandone la portata con un significativo aumento delle risorse disponibili e allargandone la platea dei beneficiari delle iniziative di mobilità finalizzata allo studio e all’apprendimento.
In generale, l'obiettivo generale del programma Erasmus+ è sostenere, mediante l'apprendimento permanente, lo sviluppo formativo, professionale e personale delle persone nel campo dell'istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport, in Europa e nel resto del mondo, contribuendo in tal modo alla crescita sostenibile, all'occupazione di qualità e alla coesione sociale, come pure a stimolare l'innovazione e a rafforzare l'identità europea e la cittadinanza attiva.
Il programma è strutturato intorno a tre azioni chiave:
1) mobilità ai fini dell'apprendimento;
2) cooperazione tra organizzazioni e istituti;
3) sostegno allo sviluppo delle politiche e alla cooperazione.
Rispetto al programma 2014-2020, Erasmus+ 2021-2027 accresce le opportunità rivolte a un numero maggiore di partecipanti e nei confronti di un’ampia gamma di organizzazioni. All’interno del programma assumono ruoli centrali alcuni temi chiave quali l’inclusione sociale, la sostenibilità ambientale, la transizione verso il digitale e la promozione della partecipazione alla vita democratica da parte delle generazioni più giovani.
È inoltre previsto il raddoppio della dotazione di bilancio del programma, con l’aumento delle risorse dai 14,7 miliardi di euro del programma 2014-2020 ai 30 miliardi di euro del nuovo programma. Il raddoppio dei finanziamenti consentirà, negli intendimenti delle Istituzioni europee, di coinvolgere una platea molto più ampia di destinatari.
A questo proposito, la maggiore dotazione finanziaria è considerata funzionale e complementare al sostegno di obiettivi indicati come fondamentali dalla Commissione UE, in primo luogo la costruzione entro il 2025 di uno spazio europeo dell'istruzione, quindi, la costruzione della rete delle Università europee, la sinergia con il programma Horizon Europe, la promozione di un'identità europea mediante politiche a favore dei giovani, dell'istruzione e della cultura. Infine, il rafforzamento della capacità inclusiva per i prossimi anni al fine di coinvolgere un maggior numero di utenti con minori opportunità, provenienti da aree o ambienti svantaggiati.
Il programma persegue inoltre la promozione di ambiti di studio e ricerca orientati al futuro, quali le energie rinnovabili, i cambiamenti climatici, l'ingegneria ambientale, l'intelligenza artificiale e la diffusione di skills e competenze in settori emergenti come il digitale.
Commissione per l’occupazione e gli affari sociali (EMPL)
La prossima seduta è convocata martedì 25 maggio 2021.
Tra gli atti in calendario si segnalano sin d’ora:
DATI GENERALI
Procedura: 2018/0206(COD) – procedura legislativa ordinaria – codecisione
Relatore: David CASA (PPE – Malta)
Relatori ombra italiani: Brando BENIFEI (PD) e Simona BALDASSARRE (Lega)
LAVORI PARLAMENTARI
La proposta legislativa è stata presentata il 30 maggio 2018.
Il 27 giugno 2018 è stata espressa una valutazione complessivamente positiva da parte del Governo italiano (v. Relazione del Governo).
Il 2 ottobre 2019 la Commissione EMPL ha deciso di avviare negoziazioni interistituzionali con il Consiglio dell’UE e la Commissione per l’approvazione di un testo condiviso.
L’accordo politico tra Parlamento europeo e Consiglio dell’UE sul progetto è stato raggiunto il 28 gennaio 2021.
Il 4 marzo 2021 è stato approvato dalla Commissione EMPL il testo risultante dall’esito dell’accordo raggiunto.
Si è in attesa della prima deliberazione del Consiglio dell’UE (esame in prima lettura).
CONTENUTI
Il FSE+ è volto a contribuire al finanziamento dell’attuazione dei principi dei diritti sociali: intende difatti sostenere gli investimenti nella creazione di posti di lavoro, nell’istruzione e nella formazione, nonché nell’inclusione sociale, nell’accesso all’assistenza sanitaria e nelle misure volte all’eliminazione della povertà.
L’attuale FSE+ riunisce il Fondo sociale europeo, l’iniziativa per l’occupazione giovanile, il Fondo di aiuti europei agli indigenti e il programma per l’occupazione e l’innovazione sociale.
Il Fondo è stato proposto per la prima volta dalla Commissione europea nel 2018 proprio per essere inserito nel QFP del 2021 e con la pandemia da Covid-19 le sue misure sono state rafforzate.
Il FSE+ investirà nei giovani, tra i più colpiti dalla crisi socioeconomica che ha causato il Covid-19: in molti Stati membri dell’UE, tra cui l’Italia, c’è difatti un’alta percentuale di NEET (soggetti tra i 15 e i 29 anni, non occupato e privi di un percorso scolastico o formativo). In questo contesto, l’obiettivo è di destinare almeno il 12,5% delle risorse del FSE+ ad azioni concrete volte ad aiutare i giovani permettendogli di trovare un lavoro e conseguire una qualifica. A tal fine, è previsto che ogni Stato membro destini un importo adeguato ad azioni mirate a sostegno di misure per l’occupazione giovanile.
Il FSE+ si occuperà, poi, di sostenere direttamente l’innovazione sociale nella sua nuova componente “Occupazione e innovazione sociale”, con una dotazione finanziaria di 676 milioni di euro. Sosterrà le persone più vulnerabili colpite dalla perdita di posti di lavoro e da diminuzioni di reddito: per questo motivo, è richiesto agli Stati membri di destinare almeno il 25% delle proprie risorse del FSE+ alla promozione dell’inclusione sociale. Per di più, verranno forniti prodotti alimentari e assistenza materiale di base alle persone indigenti con l’integrazione di FSE+ e FEAD, il fondo di aiuti agli indigenti.
Infine, è previsto un forte investimento sui minori che hanno sofferto e soffriranno le conseguenze della crisi: la povertà infantile è un fenomeno molto diffuso negli Stati membri UE e per questo si richiede un investimento di almeno il 5% delle risorse alla lotta di questo problema in quegli Stati con un livello di povertà infantile superiore alla media europea; gli altri Stati membri dovranno comunque destinare un importo adeguato alla gestione di tale fenomeno.
La protezione delle persone con disabilità attraverso petizioni
DATI GENERALI
Procedura: 2020/2209(INI)
Relatore: AGIUS SALIBA Alex (Partito Laburista – Malta)
Relatore ombra italiano: ZAMBELLI Stefania (Lega)
LAVORI PARLAMENTARI
Il 22 ottobre 2020 la petizione è stata assegnata alla Commissione per le petizioni.
È previsto il parere della “Commissione per l’occupazione e gli affari sociali” (EMPL) e della “Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni” (LIBE).
CONTENUTI
La petizione è volta a incentivare la protezione delle persone con disabilità.
Lo Spazio europeo dell'istruzione: un approccio olistico condiviso all'istruzione e alle competenze
DATI GENERALI
Procedura: 2020/2243(INI)
Relatore: Michaela ŠOJDROVÁ (Gruppo cristiano democratici – R. Ceca)
Relatore ombra italiani: Gianantonio DA RE (Lega)
LAVORI PARLAMENTARI
L’atto è stato assegnato il 26 novembre 2020 all’esame della “Commissione Cultura e istruzione” (CULTO) ed è previsto il parere della “Commissione per l’occupazione e gli affari sociali” (EMPL), la cui relatrice, per il parere, è Ilana CICUREL (Liste Renaissance – Francia).
CONTENUTI
La proposta mira a garantire un'istruzione inclusiva e di qualità e a promuovere l'apprendimento permanente, inclusa l'istruzione e la formazione professionale, per tutte le persone sull'intero territorio dell'Unione europea, anche assicurando pari opportunità nel mercato del lavoro.
A questo proposito, il 30 settembre 2020 la Commissione europea ha pubblicato la comunicazione “Realizzazione dello spazio europeo dell'istruzione entro il 2025” (COM(2020)0625), che comprende sei dimensioni – qualità, inclusione e parità di genere, transizioni verde e digitale, insegnanti e formatori, istruzione superiore e dimensione geopolitica – e una serie di obiettivi al fine di migliorare i risultati e garantire sistemi di istruzione resilienti e orientati al futuro.
Uno statuto per le associazioni transfrontaliere europee e le organizzazioni non-profit
DATI GENERALI
Procedura: 2020/2026(INL)
Relatore: Sergey LAGODINSKY (Verdi – Germania)
LAVORI PARLAMENTARI
L’atto è stato assegnato il 13 febbraio 2020 all’esame della “Commissione affari legali” ed è previsto il parere della “Commissione per l’occupazione e gli affari sociali” (EMPL), il cui relatore Elena LIZZI (Lega – Italia) è stato nominato il 23 aprile 2021, e della “Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni” (LIBE), che già lo ha reso il 18 maggio 2020.
CONTENUTI
La proposta mira a raccogliere in un corpus unitario e completo regole comuni per la costituzione, l’organizzazione e lo scioglimento delle organizzazioni senza scopo di lucro, così superando il mosaico delle previsioni nazionali attraverso uno standard normativo europeo uniforme e certo.
Si segnala in particolare:
Sessione plenaria
Non sono in calendario sedute.
Sezioni
Piano di Azione per l’Economia sociale. Presentati 133 feedback alla Commissione
Nell’autunno 2021 la Commissione europea pubblicherà il Piano d’Azione Europeo per l’Economia Sociale che mirerà a rafforzare il contributo delle organizzazioni dell’economia sociale a una crescita equa e sostenibile.
Lo strumento metterà in moto un programma di azioni per migliorare gli investimenti sociali, sostenere l’imprenditorialità sociale nell’avvio, ampliamento, innovazione, creazione di posti di lavoro, definire iniziative a livello dell’UE e chiedere un’azione comune da parte degli Stati membri a sviluppare condizioni più favorevoli per le organizzazioni europee dell’economia sociale.
In particolare, alcuni tra i punti salienti intorno ai quali si lavorerà sono:
Per implementare l’elaborazione del Piano, la Commissione europea ha lanciato una serie di dibattiti e consultazioni pubbliche.
In particolare, lo scorso 1 marzo è stata attivata una consultazione sulla Roadmap che è rimasta aperta fino al 26 aprile 2021 per raccogliere i feedback di tutte le reti dell’economia sociale, le parti interessate, le autorità pubbliche.
I feedback raccolti saranno sintetizzati in occasione del Summit sull’economia sociale in programma il 26-27 maggio 2021 a Mannheim e degli 8 eventi digitali organizzati in vista di questo vertice, nonché durante il Vertice Sociale che si è svolto a Porto il 7 e 8 maggio 2021.
In totale sono stati presentati 133 feedback, tra i quali, per l’Italia, quelli dell’Istituto di ricerca Euricse, del Ministero del lavoro e delle politiche sociale, della Caritas, di Alleanza Cooperative Italiane, di Legacoopsociali, del Forum Terzo settore, di Terzjus, di Auser Aps e del Comune di Lampedusa e Linosa.
Esiti del Vertice Sociale di Porto
Il 7 e 8 maggio 2021 si è tenuto a Porto un Vertice Sociale per l'attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali a cui hanno partecipato i Capi di Stati e di Governo dell’UE.
Il Vertice si è concentrato, in particolare, su come rafforzare la dimensione sociale dell'Europa per affrontare le sfide del cambiamento climatico e della transizione digitale, al fine di garantire pari opportunità per tutti.
Per uscire dalla crisi innescata dalla pandemia COVID-19, l’Unione Europa punta a delineare un percorso che permetta una ripresa inclusiva, sostenibile e resistente, fortemente legata e integrata con la realizzazione delle transizioni verde e digitale e per i cambiamenti che queste comportano sullo stile di vita e di lavoro in Europa.
Il precedente Vertice sociale europeo si è svolto nel novembre 2017 a Göteborg, con la proclamazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, la cui attuazione è prevista nell’Agenda strategica della Commissione Europea 2019-2024.
In questo senso il Vertice sociale dell'UE di Porto ha inteso dare il via al dialogo politico di più alto livello su come rinvigorire il modello sociale europeo e dare forma a una visione concreta per il 2030.
Il Vertice è stato organizzato intorno a due eventi.
Il 7 maggio 2021 si è tenuta una conferenza incentrata sul piano d'azione per l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, al termine della quale sono stati sottoscritti (dal Presidente della Commissione europea, dal Presidente del Parlamento europeo, dal Primo Ministro portoghese che detiene attualmente la Presidenza del Consiglio dell'UE, dalle parti sociali europee e dalle organizzazioni della società civile) i tre obiettivi principali per il 2030 fissati nel piano d'azione della Commissione sul pilastro europeo dei diritti sociali:
I lavori sono proseguiti l'8 maggio in una riunione informale dei capi di Stato e di Governo, al termine della quale è stata adottata la Dichiarazione di Porto sugli affari sociali.
In questa Dichiarazione – articolata in 13 punti – è espresso l’impegno delle Istituzioni europee a ridurre le disuguaglianze, a difendere salari equi, a combattere l'esclusione sociale e ad affrontare la povertà, ad assumerci l'obiettivo di combattere la povertà infantile e ad affrontare i rischi di esclusione per gruppi sociali particolarmente vulnerabili come i disoccupati di lunga durata, gli anziani, persone con disabilità e senzatetto. Tra gli altri obiettivi presenti, anche la lotta alla discriminazione e ai divari di genere in materia di occupazione, retribuzione e pensioni al fine di promuovere l'uguaglianza e l'equità per ogni individuo nella nostra società, in linea con i principi fondamentali dell'Unione europea e il pilastro europeo dei diritti sociali.
Evento inaugurale della Conferenza sul futuro dell’Europa
Il 9 maggio 2021 si è svolto a Strasburgo l'evento inaugurale della Conferenza sul futuro dell'Europa che ha celebrato l’avvio del processo di partecipazione istituito il 10 marzo 2021 congiuntamente da Parlamento, Consiglio e Commissione.
All’evento i Presidenti delle Istituzioni UE hanno tenuto dei discorsi sulla loro visione dell'Europa dopo il discorso di benvenuto del Presidente Macron, mentre i copresidenti del Comitato esecutivo hanno risposto alle domande poste dai cittadini da tutta l'Unione. Inoltre erano fisicamente presenti all’evento studenti Erasmus da tutti gli Stati membri e i membri del Comitato esecutivo, mentre più di 500 cittadini hanno partecipato a distanza.
Dal 19 aprile 2021 è peraltro attiva una piattaforma digitale multilingue che permette ai cittadini di tutta l'UE di contribuire alla “Conferenza sul futuro dell’Europa”, esprimendo le loro opinioni su qualsiasi argomento che considerano importante per il futuro dell'UE.
Approvata una risoluzione del Parlamento europeo sulla garanzia europea per l'infanzia
Il 29 aprile 2021 la sessione plenaria del Parlamento europeo ha approvato una risoluzione con la quale si esortano il Consiglio e la Commissione europea a dare attuazione ai nuovi piani che mirano a sollevare 5 milioni di bambini dalla povertà entro il 2030.
Si invitano inoltre gli Stati membri ad adottare rapidamente la raccomandazione sulla garanzia europea per l'infanzia e a utilizzare i fondi europei, nazionali e regionali esistenti per realizzare misure concrete che contribuiscano all'eliminazione della povertà infantile e dell'esclusione sociale. Al fine di sostenere e monitorare l'attuazione della raccomandazione da parte degli Stati membri, è stata anche invitata la Commissione a esaminare la possibilità di istituire un'Autorità europea per i minori.
Adozione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) 2021-2027
Il 28 aprile 2021 è stato approvato dalla sessione plenaria del Parlamento europeo l’atto relativo al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) 2021-2027.
Per quanto concerne l’iter di approvazione, il 30 maggio 2018 era stata pubblicata la proposta legislativa della Commissione europea.
Il 31 maggio 2018 era iniziato l’esame presso la Commissione per l’occupazione e gli affari sociali (EMPL) del Parlamento europeo e il 16 gennaio 2019 si era conclusa la prima lettura con la votazione in sessione plenaria.
Il 22 gennaio 2020 la Commissione EMPL aveva deciso di avviare negoziati interistituzionali sulla base del testo approvato.
Il 17 dicembre 2020 il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE avevano raggiunto un accordo politico sul QFP 2021-2027 e, in particolare, sulle risorse da assegnare al FEG.
Il 27 gennaio 2021 la Commissione EMPL ha approvato il testo concordato nei negoziati interistituzionali la cui approvazione da parte della sessione plenaria, in seconda lettura, è avvenuta il 28 aprile 2021.
In generale, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) è operativo dal 2007 e cofinanzia politiche attive per il mercato del lavoro a favore di persone, settori, territori o mercati danneggiati dai cambiamenti strutturali nei modelli di commercio mondiale. Finora il FEG è stato mobilitato 161 volte, con circa 640 milioni di euro richiesti per fornire sostegno a oltre 156mila lavoratori licenziati in 21 Stati membri.
La base giuridica del FEG per il periodo 2014-2020 è il Regolamento (UE) n. 1309/2013, che disciplina il FEG per il periodo 2014-2020 e ne amplia lo scopo originario: infatti non valuta soltanto le conseguenze negative derivanti dagli effetti della globalizzazione legata a quel periodo storico, ma prende in considerazione anche eventuali situazioni di crisi economiche in corso o future.
In Italia il Ministero del lavoro e delle politiche sociali è responsabile della gestione, certificazione e controllo dei contributi concessi dal FEG e svolge un ruolo di indirizzo, coordinamento e cooperazione con le Amministrazioni regionali e provinciali. Le Regioni infatti, a seguito della sottoscrizione di un apposito accordo con il Ministero, assumono la funzione di organismo intermedio e diventano le principali responsabili dell'attuazione delle iniziative cofinanziate. Sul sito web del Ministero sono disponibili informazioni in ordine ai destinatari delle azioni cofinanziate dal FEG e alla procedura da seguire.
In base all'intesa tra gli Stati membri e il Parlamento nel settennato 2021-2027, il Fondo di adeguamento alla globalizzazione continuerà a finanziare le stesse misure con risorse fino a 186 milioni di euro l'anno. Più dei 150 milioni annui previsti nell'ambito del bilancio UE 2014-2020, ma meno dei 200 milioni già presenti nella proposta della Commissione europea.
A seguito del negoziato interistituzionale conclusosi il 17 dicembre 2020 tra Parlamento europeo e Consiglio dell’UE, è stato raggiunto l’accordo sulla riduzione della soglia per poter accedere ai finanziamenti, che viene abbassata dai 500 licenziamenti attuali e dai 250 licenziamenti previsti dalla Commissione a 200 licenziamenti.
Si amplia anche il campo di applicazione del Fondo: i contributi sono riconosciuti anche a fronte di licenziamenti dovuti a nuovi motivi, non direttamente riconducibili alla globalizzazione, come i cambiamenti nella composizione del mercato interno, l'automazione e la digitalizzazione, la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio e, naturalmente, anche le conseguenze della pandemia da Covid-19.
Il sostegno finanziario del FEG ai lavoratori potrà essere concesso nell'ambito di pacchetti che comprendano altre misure, quali l'accesso ad attività di formazione e riqualificazione professionale, l'assistenza per la ricerca di un nuovo impiego o aiuti, fino a 22mila euro per beneficiario, per l'avvio di un lavoro autonomo o di un'attività in proprio.
L'accordo prevede che il sostegno dei fondi europei ai beneficiari finali vada ad integrare le misure previste dagli Stati membri a livello nazionale, regionale e locale, comprese quelle cofinanziate dal bilancio dell'Unione, come ad esempio gli interventi attivati con risorse del Fondo sociale europeo Plus (FSE+).
Il tasso di cofinanziamento UE può quindi essere allineato a quello più elevato previsto, nello Stato membro di riferimento, per il FSE+, in pratica a quello applicato nelle regioni meno sviluppate. Il livello minimo di copertura UE per il FEG, in ogni caso, viene fissato dall'accordo al 60% della spesa.