GLI OBBLIGHI PER TUTTI BENEFICIARI
Tutti i beneficiari delle quote di 5 per mille devono redigere, entro un anno dalla ricezione delle somme, un apposito rendiconto accompagnato da una relazione illustrativa, dal quale risulti, in modo chiaro, trasparente e dettagliato, la destinazione e l’impiego delle somme percepite, utilizzando il modulo disponibile sul sito istituzionale delle amministrazioni competenti. Il rendiconto e la relazione illustrativa devono essere conservati per 10 anni decorrenti dalla data di redazione del rendiconto.
Gli enti che hanno ricevuto una somma pari o superiore a 20.000 euro devono trasmettere il rendiconto e la relazione illustrativa, entro 30 giorni dalla data ultima prevista per la compilazione del rendiconto, all’amministrazione competente all’erogazione delle somme per consentirne il controllo.
Tali enti sono anche i soli che hanno l’obbligo, entro 30 giorni dalla scadenza del termine per l’invio del rendiconto, di pubblicare sul proprio sito web gli importi percepiti e il rendiconto con la relazione illustrativa, dandone comunicazione all’amministrazione erogatrice entro i successivi 7 giorni.
Per gli enti beneficiari di un contributo di ammontare inferiore a 20.000 euro è quindi una mera facoltà quella di pubblicare il rendiconto sul proprio sito web.

LA RENDICONTAZIONE PER GLI ENTI DEL TERZO SETTORE
Il Decreto direttoriale n. 396 del 13 dicembre 2022 ha disposto le linee guida e la modulistica per la rendicontazione del 5 per mille destinato agli enti del Terzo settore. È stata, inoltre, messa a disposizione degli enti beneficiari del contributo di importo pari o superiore a 20.000 euro una piattaforma informatica dedicata, attraverso la quale gli enti medesimi devono adempiere agli obblighi di compilazione, trasmissione e comunicazione di avvenuta pubblicazione del rendiconto.
In questa sezione si analizzano i principi e le regole per la redazione di rendiconto e relazione illustrativa per gli Ets; il Decreto direttoriale, anche se si rivolge nello specifico agli enti del Terzo settore, rappresenta comunque un utile riferimento anche per tutti gli altri enti beneficiari del contributo del 5 per mille.
COME COMPILARE IL MODELLO DI RENDICONTO
Gli enti del Terzo settore che hanno ricevuto un contributo inferiore a 20.000 euro devono utilizzare l’apposito modello previsto dalle linee guida menzionate in precedenza.
Principi da rispettare nella compilazione del “Modello di rendiconto”:
1) le spese riportate nel rendiconto devono essere pertinenti con le attività statutarie “d’interesse generale” e coerenti con le finalità dell’ente;
2) il rendiconto va redatto secondo il criterio di cassa e quindi possono essere riportate “solo” quelle spese realmente sostenute, ad eccezione degli importi inseriti nella voce “accantonamento”;
3) le spese devono essere sostenute entro i 12 mesi successivi alla data di percezione del contributo (ad eccezione degli importi inseriti nella voce “accantonamento”); è possibile rendicontare anche le spese sostenute a partire dalla data di pubblicazione dell’elenco degli enti beneficiari con i relativi importi da parte dell’Agenzia delle entrate;
4) le spese inserite nel rendiconto non possono essere già imputate “a giustificazione” di altri contributi sia pubblici che privati;
5) la documentazione di ogni singola spesa deve essere conservata in originale e ogni singolo documento giustificativo della spesa deve essere “annullato” e cioè deve riportare la dicitura “spesa sostenuta con contributo 5 per mille dell’anno …”;
6) la spesa deve essere registrata nella contabilità dell’ente beneficiario;
7) i pagamenti delle spese devono essere tracciati, quindi ogni pagamento deve essere accompagnato da una “contabile bancaria” (es. estratto conto cartaceo o elettronico in cui si possa verificare la riconducibilità al pagamento della spesa);
8) l’Iva è riconoscibile come spesa solo quando e nella misura in cui non sia recuperabile.
PRENDI NOTA: È possibile rendicontare anche le spese sostenute a partire dalla data di pubblicazione, da parte dell’Agenzia delle entrate, dell’elenco definitivo degli enti beneficiari con i relativi importi
Il contributo del 5 per mille non può essere utilizzato per le seguenti spese:
1) spese di pubblicità sostenute per realizzare campagne e attività di sensibilizzazione sulla destinazione della quota del 5 per mille;
2) uscite per investimenti finanziari;
3) pagamento di multe e sanzioni, civili e amministrative;
4) spese che non hanno esborso finanziario (es. compensazione tramite crediti);
5) spese sostenute dopo la cessazione dell’attività istituzionale dell’ente (es. dopo la delibera di messa in liquidazione dell’ente stesso).
PRENDI NOTA: I beneficiari del contributo non possono utilizzare le somme a tale titolo percepite per coprire le spese di pubblicità sostenute per campagne di sensibilizzazione sulla destinazione della quota del 5 per mille
Il modello di rendiconto si divide in due parti principali:
Parte 1: Scheda anagrafica e informazioni dell’ente
Nella prima parte, l’ente deve riportare i dati anagrafici essenziali richiesti.
Parte 2: Rendiconto delle spese sostenute
La seconda parte riporta subito tre righe, di cui le prime due relative alle date, la terza riga richiede l’importo da rendicontare e a seguire una suddivisione dei costi in 5 macrovoci distinte.
In relazione alle prime tre righe, esse riportano:
- “Rendiconto anno finanziario”: va indicato l’anno finanziario cui fa riferimento la quota di 5 per mille oggetto di rendicontazione (se l’importo del 5 per mille è stato percepito nel 2024 e rendicontato nel 2025, il 5 per mille di riferimento è quello del 2023);
- “Data di percezione del contributo”: per il 5 per mille 2023 la data sarà, ad esempio, il 15 dicembre 2024;
- “Importo percepito”: è l’importo percepito e che è oggetto di rendicontazione nelle righe successive.
Delle 5 macrovoci di spesa che seguono bisogna riportare il totale di ognuna di esse per poi dettagliare i singoli costi nella relazione illustrativa.
In premessa, si rammenta che i costi vanno riportati per intero (nel caso siano attribuite al 5 per mille le spese nella loro totalità) oppure per la sola parte attribuita al 5 per mille. In ogni caso, la somma delle 5 voci (inclusa quindi l’ipotesi di “Accantonamento” nella macrovoce 5), da riportarsi in “Totale”, deve corrispondere esattamente al valore indicato sopra nel modello alla voce “Importo percepito”.
Le prime tre macrovoci rappresentano costi istituzionali di natura gestionale dell’ente.
La prima voce è relativa ai costi “Risorse umane”, dove si rappresenta il totale delle spese inerenti alle risorse umane dell’ente. Rientrano in questa voce i costi per il personale “non occasionale” (ivi compresi i costi per eventuali forme di lavoro parasubordinato), per i volontari (assicurazioni, rimborsi per spese di viaggio) e per i titolari di cariche sociali (compensi e indennità, oltre a spese per viaggi effettuati per finalità istituzionali).
La seconda voce riporta le “Spese di funzionamento” concernenti le spese di conduzione della struttura organizzativa (locazione immobile, spese di pulizia locali, utenze, benzina per automezzi, spese di cancelleria, ecc.).
La terza voce interessa le “Spese per acquisto beni e servizi”. Vi rientrano le spese, normalmente non ricorrenti, necessarie per lo svolgimento delle attività istituzionali, quali ad esempio le prestazioni occasionali, le spese per affitto occasionale di immobili o per noleggio e leasing di attrezzature, l’acquisto di computer, ecc.
Nel caso l’ente utilizzi il contributo per l’acquisto di autovetture/ambulanze va trasmessa, in allegato allo schema di rendicontazione, una dichiarazione in cui si certifica che tale acquisto non è stato realizzato con altri contributi pubblici (anche beneficiando di fiscalità di favore ai sensi dell’art.96, c.1, legge 342/2000). Inoltre, va indicato il numero della targa e il modello di autovettura/ambulanza acquistato.
Sempre in relazione alla terza voce, si ricorda ancora una volta che è vietato utilizzare le somme incassate dal 5 per mille per pagare le spese di pubblicità relativa a campagne di sensibilizzazione sul 5 per mille. Un ente potrà quindi pagare fornitori e farsi pubblicità anche sul 5 per mille con propri fondi ma non con quelli ottenuti dal 5 per mille.
Nella voce 4 “Spese per attività di interesse generale dell’ente” rientrano esclusivamente le spese che hanno una connessione diretta con l’esercizio delle attività di interesse generale (Aig), indicate nello statuto, del soggetto beneficiario.
Sono ammesse quindi le seguenti spese:
1. Acquisto di beni o servizi strumentali oggetto di donazione |
Ammesse le spese di acquisto di beni o servizi se strumentali alle Aig dell’ente |
2. Erogazioni a proprie articolazioni territoriali e a soggetti collegati o affiliati |
Si inseriscono in questa voce i contributi destinati per statuto ad articolazioni territoriali. La medesima facoltà è ammessa verso soggetti collegati o affiliati stabilmente. Le somme devono essere interamente tracciabili attraverso strumenti bancari o postali (es. bonifici o assegni) |
3. Erogazioni ad enti terzi |
Sono da inserire i contributi trasferiti ad altri enti non lucrativi esclusivamente per la realizzazione di progetti, iniziative, eventi o programmi riferibili all’attuazione delle Aig dell’ente beneficiario del contributo, così come risultanti dallo statuto. Le somme devono essere interamente tracciabili attraverso strumenti bancari o postali (es. bonifici o assegni). Tenuto alla rendicontazione dell’intero contributo è solamente l’ente beneficiario del 5 per mille |
4. Erogazioni a persone fisiche |
Sono da inserire le erogazioni effettuate a persone fisiche, qualora ciò sia direttamente riferibile all’esercizio delle proprie Aig così come risultanti dallo statuto (es. erogazione diretta di borse di studio/assegni di ricerca, erogazione di sussidi economici, ecc.). A differenza delle precedenti due sottovoci, in questo caso oltre ai pagamenti effettuati con bonifico o assegno, sono ammessi anche i pagamenti in contanti (nei limiti stabiliti dalla normativa vigente) |
5. Altre spese per attività di interesse generale |
In questa sottovoce possono essere inserite tutte quelle spese per Aig che non possono essere ricomprese nelle sottovoci precedenti. |
Con la quinta voce, “Accantonamento”, il Ministero ha inteso dare la possibilità all’ente beneficiario, in presenza di progetti “pluriennali di durata massima triennale”, di accantonare in tutto o in parte il contributo percepito allegando un’apposita relazione in cui si rende nota la finalità dell’accantonamento “temporaneo” e il verbale dell’organo competente previsto dallo statuto che ha deliberato la disposizione e la destinazione delle somme.
Tale opportunità prevede comunque l’utilizzo del contributo 5 per mille entro, e non oltre, 36 mesi dalla sua percezione.
Nel modello di rendiconto, comunque da redigere entro i 12 mesi dalla data di percezione del contributo, si indica l’importo accantonato.
Una volta impiegate le somme accantonate si procede alla compilazione del modello di rendiconto dell’accantonamento, che dovrà essere compilato, insieme ad una relazione illustrativa che indichi le spese sostenute, entro 36 mesi dalla data di percezione del contributo.
Al modello di rendiconto e all’eventuale modello di rendiconto dell’accantonamento si deve allegare un elenco (anche in forma tabellare) dei giustificativi di spesa a supporto degli importi inseriti in ciascuna macrovoce contenuta nel modello.
In particolar modo, sono da indicare per ogni giustificativo:
- il numero identificativo del documento;
- la data di emissione (ove presente);
- la tipologia;
- l’importo imputato al 5 per mille;
- la data del pagamento.
I giustificativi di spesa devono essere conservati in originale presso la sede dell’ente per 10 anni decorrenti dalla data di redazione del rendiconto, e devono essere esibiti qualora il Ministero ne faccia richiesta.
COME REDIGERE LA RELAZIONE ILLUSTRATIVA
Il Ministero non ha predisposto un modello di relazione illustrativa.
Essa ha contenuto e forma discorsiva, da redigere su carta intestata dell’organizzazione, firmata dal rappresentante legale dell’associazione, e deve contenere:
- Una prima parte (massimo una pagina), atta a fornire una breve presentazione dell’ente, con l’indicazione delle attività di interesse generale da esso svolte;
- Una seconda parte, con la funzione di rappresentare in maniera sintetica, chiara e trasparente, a supporto degli importi esposti nel modello di rendiconto e dell’elenco dei giustificativi di spesa, le informazioni necessarie a dar conto delle attività concretamente svolte con le somme ricevute a titolo di 5 per mille.
Qui di seguito si riportano alcune indicazioni di redazione del documento.
Nella prima parte si consiglia di riportare i dati fondamentali dell’ente, indicando le finalità contenute nel proprio statuto e le attività d’interesse generale.
Nella seconda parte si consiglia di riportare i dati fondamentali relativi alle somme ricevute. Per esempio:
“In data 15 dicembre 2024, l’associazione Cassiopea ha ricevuto sul proprio conto corrente la somma di € 12.419,27 relativa al ‘5 per mille 2023’. Gli impieghi qui riportati sono stati deliberati dal Consiglio Direttivo in data 4 giugno 2025”.
Lo scopo è quello di meglio esplicitare gli interventi realizzati e le spese sostenute e finanziate con le somme ricevute dal Ministero, già riportate sinteticamente nel modello di rendicontazione.
Successivamente, per ogni voce riportata nel modello di rendicontazione compilato, si andrà a dettagliare le singole spese, anche per macrovoci.
Sempre prendendo ad esempio l’associazione “Cassiopea”, in relazione alla macrovoce 1, “Risorse umane”:
“In relazione a questa voce, sono state addebitate all’importo del 5 per mille complessivi € 5.000, di cui € 4.300 relativi ad un dipendente con funzioni segretariali e € 700 di rimborsi spese al rappresentante legale per spese preconcordate e certificate per attività di rappresentanza (vitto, viaggi e alloggio per n. 4 trasferte) nell’interesse dell’organizzazione”.
Nel caso in cui si intenda utilizzare il 5 per mille per finanziare un progetto specifico di propria realizzazione (macrovoce 4 “Spese per attività di interesse generale dell’ente”, sottovoce 5, “Altre spese per attività di interesse generale”), l’ente dovrà inserire il dettaglio dei costi del progetto, seguendo l’impianto dello schema di rendicontazione per ogni progetto.
Si riporta un esempio relativo all’associazione “Orione”, impegnata in progetti educativi:
“In relazione a questa voce, l’associazione Orione ha deciso di finanziare parte del Progetto Gemini con il 5 per mille 2023. Il Progetto Gemini ha previsto (segue descrizione sintetica del progetto e dei beneficiari). In particolare, la somma di 11.000 euro ha finanziato:
– per 2.400 euro i costi di collaborazione professionale sostenuti per l’attività di supporto psicologico;
– per 5.600 euro i costi vivi di materiale quali libri, quaderni, cancelleria ad uso dei partecipanti ai laboratori creativi;
– per 3.000 euro le spese di affitto e di utenze dei locali dove si è svolto il progetto”.
Particolarmente importante è la redazione della relazione illustrativa quando si sceglie di erogare a enti terzi le somme ricevute dai contribuenti con il 5 per mille. Si consiglia di riportare i riferimenti statutari, le delibere e/o le convenzioni.
Si riporta un esempio, riferito all’ente “Pegasus”, attivo nella ricerca scientifica, che promuove finanziando altri enti (macrovoce 4, sottovoce 4, “Erogazione ad enti terzi”):
“In relazione a questa voce, l’associazione Pegasus segnala che l’art. 3 del proprio statuto recita: “l’associazione potrà erogare risorse a favore di enti senza scopo di lucro pubblici o privati che perseguono finalità di ricerca scientifica”. In ossequio al dettato statutario, visto e considerato che in data 1 febbraio 2025 ha sottoscritto con l’Azienda Ospedaliera IRCCS di … una convenzione nella quale si impegnava, nei limiti delle proprie disponibilità, a fornire risorse al fine di promuovere la ricerca scientifica per lo sviluppo di cure a favore di bambini affetti da …, il Consiglio Direttivo, nella seduta del 30 maggio successivo ha stabilito l’erogazione di € 25.000 a favore della suddetta Azienda Ospedaliera per lo specifico programma … . Di detta somma, bonificata il 15 giugno 2025, una parte pari a € 10.000 è da riferirsi al 5 per mille 2023. Come convenuto con l’Azienda Ospedaliera, dette somme verranno utilizzate da quest’ultima per l’acquisto di materiale da laboratorio. Si allega copia del bonifico”.
LE MODALITÀ DI RENDICONTAZIONE PER GLI ENTI CHE HANNO RICEVUTA UNA SOMMA PARI O SUPERIORE A 20.000 EURO
Gli enti beneficiari di contributi pari o superiori a 20.000 euro devono redigere e trasmettere il rendiconto e la relazione illustrativa esclusivamente mediante la piattaforma dedicata, disponibile sul portale servizi lavoro del Ministero. Per attivare la piattaforma relativa alla rendicontazione del 5 per mille è possibile consultare l’utile guida presente sul sito di Cantiere Terzo Settore.
Per le istruzioni operative inerenti all’utilizzo della piattaforma è possibile consultare il manuale utente reso disponibile nella sezione del sito del Ministero dedicata alla rendicontazione del contributo.
Per tali enti la rendicontazione tramite piattaforma è l’unica possibile e ammessa, e il Ministero infatti non accetterà altre forme di redazione e trasmissione al di fuori della piattaforma stessa (ad esempio trasmessi a mezzo PEC o raccomandata).
COSA SI RISCHIA PER IL MANCATO RISPETTO DELLE INDICAZIONI, CONDIZIONI E ADEMPIMENTI
In caso di omessa pubblicazione sul sito (per gli enti che ne sono obbligati), l’amministrazione erogatrice diffida il beneficiario a effettuare la citata pubblicazione assegnando un termine di 30 giorni, e in caso di inerzia provvede all’imposizione di una sanzione amministrativa pecuniaria pari al 25 per cento del contributo percepito.
Il dpcm 23 luglio 2020 elenca inoltre i casi per i quali l’amministrazione competente può richiedere indietro le somme del 5 per mille erogate. Il recupero delle somme avverrà:
- quando è dichiarato il falso, anche attraverso documentazione;
- quando il 5 per mille è impiegato per finalità diverse da quelle perseguite istituzionalmente dall’ente o per spese di pubblicità per campagne di sensibilizzazione sulla destinazione della quota del 5 per mille;
- quando non è stata redatta la rendicontazione;
- quando non è stata inviata la rendicontazione e la relazione illustrativa dall’organizzazione che ha ricevuto un 5 per mille pari o superiore a 20.000 euro;
- quando, su richiesta del Ministero, non è stata inviata la rendicontazione e la relazione illustrativa dall’ente che ha ricevuto un 5 per mille inferiore a 20.000 euro;
- quando l’ente non ha i requisiti soggettivi e oggettivi richiesti dalla legge per ricevere il 5 per mille;
- quando l’ente ha cessato l’attività in generale o quell’attività che dà diritto a ricevere il 5 per mille.
Al termine del contradditorio tra l’ente e l’amministrazione competente, se questa produce un provvedimento contestativo, l’ente ha 60 giorni per riversare all’erario la somma contestata. La somma deve essere rivalutata al tasso d’inflazione e maggiorata degli interessi al tasso legale, con decorrenza dalla data di erogazione del contributo.
Nel caso in cui l’erogazione delle somme sia stata determinata sulla base di dichiarazioni mendaci o basate su false attestazioni anche documentali, oltre a quanto sopra riferito, vedrà l’amministrazione competente trasmettere gli atti all’autorità giudiziaria.
Nel caso l’ente non ottemperi al versamento entro il termine fissato viene disposto il recupero coattivo dei contributi e degli accessori al contributo stesso (compresi rivalutazione e interessi).