L’invito alla Commissione è di monitorare il suo sviluppo nei Paesi membri dell’Ue, riconoscendo un ruolo fondamentale a diversi tipi di soggetti privati tra cui cooperative, mutue, associazioni, fondazioni, imprese sociali soprattutto nella gestione della crisi dovuta alla pandemia
Con la risoluzione adottata il 6 luglio scorso il Parlamento europeo ha invitato la Commissione europea a monitorare lo sviluppo dell’economia sociale nei Paesi membri dell’Ue (anche controllando “che gli Stati membri diano seguito agli impegni relativi all'economia sociale definiti nei Piani nazionali per la ripresa e la resilienza”) e “a rendere le sue iniziative più ambiziose e coerenti e, ove possibile, a proporre misure giuridiche”.
Nell’ottica di un’efficace applicazione del Piano d’azione per l’economia sociale, con la risoluzione il Parlamento ha invitato gli Stati membri a designare coordinatori dell’economia sociale e a istituire punti di contatto locali per l’economia sociale e ha chiesto alla Commissione di istituire una piattaforma online unica dell’Ue per lo scambio delle migliori pratiche tra gli Stati membri, le autorità locali e regionali e le reti dell’economia sociale.
Il 22 giugno 2022, in seno alla “Commissione per l’occupazione egli affari sociali” del Parlamento europeo, si era svolta la relazione finale all’esito del dibattito parlamentare interno alla Commissione, mentre il 24 aprile 2022 aveva reso il parere la “Commissione per lo sviluppo regionale” e il 30 marzo 2022 la “Commissione giuridica”.
Nella risoluzione il Parlamento europeo ha espressamente plaudito al Piano d’azione presentato dalla Commissione e, in particolare, “ai principi guida ivi contenuti che definiscono l'economia sociale, allo slancio politico che tale piano imprime allo sviluppo dell'economia sociale e alla ricchezza delle misure annunciate”.
A tale proposito, il Parlamento ha individuato quali attori dell’economia sociale “diversi tipi di soggetti privati, indipendenti dalle autorità pubbliche, come cooperative, mutue, associazioni (tra cui quelle di beneficenza), fondazioni, imprese sociali e altre forme giuridiche, tutte caratterizzate da diversi principi e tratti operativi e organizzativi, quali il primato delle persone e delle finalità sociali e ambientali rispetto al profitto, il reinvestimento della maggior parte degli utili/delle eccedenze nella sostenibilità dei soggetti e nell'interesse generale della fornitura di beni e servizi ai propri membri o alla società nel suo complesso e la governance democratica o partecipativa”.
Il Parlamento ha sottolineato positivamente la pluralità di obiettivi dell’economia sociale e il ruolo importante da essa svolto nel migliorare la resilienza dell’economia, garantire una transizione giusta, ridurre le disuguaglianze, fornire opportunità di lavoro di qualità ai gruppi vulnerabili, promuovere una vita indipendente, rafforzare il senso di comunità, contrastare lo spopolamento e rafforzare lo sviluppo delle zone rurali, attuare i principi del pilastro europeo dei diritti sociali e conseguire la convergenza sociale verso l’alto.
Da qui l’esortazione agli Stati membri a trarre vantaggio dai sistemi del settore dell’economia sociale per attuare i principi del pilastro europeo dei diritti sociali.
Nella stessa risoluzione la plenaria ha inoltre riconosciuto che la crisi pandemica da Covid-19 ha messo in luce il ruolo fondamentale delle organizzazioni dell’economia sociale nell’aiutare le persone ad affrontare molte difficoltà, garantendo in tal modo la coesione sociale. Da qui la particolare importanza riconosciuta alle azioni nazionali e dell’Unione europea volte a promuovere lo sviluppo dell’economia sociale nel contesto attuale: in particolare – si legge nella risoluzione – “occorre sfruttare appieno il potenziale dell'economia sociale per la ripresa economica, la promozione dell'imprenditoria sociale e la creazione di posti di lavoro di qualità; sottolinea che i soggetti dell'economia sociale svolgono un ruolo essenziale nel migliorare la resilienza dell'economia e della società a seguito della pandemia di Covid-19”.
In definitiva, nonostante l’economia sociale sia una notevole fonte di crescita economica e di occupazione, “è necessario adoperarsi maggiormente per promuovere tale modello, ivi compresi i principi di solidarietà, inclusione sociale e investimento sociale che ne sono alla base”.
Da qui l’esortazione alla Commissione e agli Stati membri, nonché alle autorità regionali e locali, a intensificare gli sforzi per promuovere ulteriormente l’economia sociale e integrare la dimensione dell’economia sociale nelle politiche, nei programmi e nelle pratiche pertinenti, come quelli legati alle transizioni in corso, quali le transizioni verde e digitale, a livello dell’Unione e a livello globale tramite l’azione esterna dell’UE e a sostenere gli attori dell’economia sociale nell’elaborare programmi di innovazione sociale che migliorino lo sviluppo e la prestazione di servizi sociali, nonché l'accessibilità ai servizi per i più vulnerabili, compresi gli anziani e le persone con disabilità.
In questo senso, al fine di realizzare il pieno potenziale del Piano d’azione, la Commissione e gli Stati membri devono garantire che l’attuazione di tale Piano non lasci indietro nessuno e che assicuri un pieno partenariato con tutte le parti interessate dell'economia sociale, compresi i prestatori di servizi sociali senza scopo di lucro e la società civile a tutti i livelli, comprese le associazioni di beneficenza che fanno capo alla Chiesa, assicurando chiarezza e coordinamento tra tutti gli attori.
© Foto in copertina di Enrico Andreis, progetto FIAF-CSVnet "Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano"