Secondo l’indagine dell’Osservatorio Isnet 7 imprese su 10 del campione registra un livello occupazionale stabile e +17% negli ultimi tre anni. L’alleanza con le aziende, inoltre, fa aumentare l’inserimento dei soggetti svantaggiati. Complessivamente il sistema conta oltre 23mila realtà
Il sistema delle imprese sociali in Italia è stabile da un punto di vista occupazionale e sempre più connesso con il mondo delle aziende. Lo dicono i dati dell’indagine dell’Osservatorio Isnet presentati il 10 dicembre alla Camera dei deputati su un campione di 400 responsabili di cooperative sociali in Italia, interpellati tra luglio e settembre 2019, cui si sono aggiunte interviste qualitative a imprese sociali ex lege (dlgs 155/06), società benefit, B-corp e Siavs (Start up innovative a vocazione sociale).
Nonostante le indagini degli ultimi due anni abbiano registrato significati sbalzi di indicatori economici, nel 2019 i valori legati all’occupazione risultano stabili per quasi 7 imprese su 10 nel segno di una progressiva stabilità, con un incremento del 17% nelle ultimi 3 anni.
Inoltre, il 67,5% delle imprese prevede stabilità e il 23% ha un sentiment occupazionale in crescita per il 2020. Lo studio, giunto alla sua XIII edizione, è stato realizzato per il terzo anno di seguito grazie alla collaborazione con Banca Etica.
Le cooperative di tipo B che hanno realizzato partnership aziendali presentano valori di andamento economico e propensione all’innovazione superiori alla media: il 54,5% ha indici di innovazione medio alti, +14,5% rispetto al campione generale; l'84,6% delle imprese ha previsioni di stabilità e crescita economica contro il 76% del campione generale. A queste si aggiungono le cooperative sociali di tipo A di medio-grandi dimensioni.
Secondo i dati Isnet, la collaborazione con il mondo profit è un fattore quasi sempre positivo e si ripercuote anche sull’inserimento di lavoratori svantaggiati (ex art. 14 del dlgs 276/03). Basti pensare che le cooperative di tipo B e A+B che utilizzano queste convenzioni (il 14,9% della porzione di campione di cooperative sociali B e A+B) prevedono una crescita delle risorse inserite del 27,3% (superiore di 4,3 punti percentuali rispetto al campione generale). Nonostante l’impatto positivo delle partnership aziendali, però, in generale sono ancora poche le imprese sociali e le aziende che utilizzano le convenzioni ex art 14. Come si legge nel comunicato stampa, tra le motivazioni, il 52,8 % di cooperative sociali di tipo A+B e B che ha relazioni con le aziende senza l’utilizzo di convenzioni, lamenta la mancanza di relazioni sufficienti con aziende che potrebbero essere interessate, l’8,3% soffre la mancanza di una forza vendita commerciale dedicata, il 22,2% dichiara una scarsa conoscenza
L’indagine Isnet prende in considerazione un campione – seppur significativo – di questo sistema in evoluzione. Secondo i dati diffusi durante la presentazione, in Italia le cooperative sociali sono 21.227 e le imprese sociali 1579 riconosciute con la Legge delega del 13 giugno 2005 n. 118 (fonte: Infoimprese). La maggior parte di quest’ultime si trovano al sud Italia, in particolare in Campania. Si aggiungono 220 società benefit, 83 B Corp certificate e 229 Sviavs (dati www.societabenefit.net e bcorporation.eu). In tutto, si parla a una platea di 23338 realtà.