Il Parlamento europeo ha votato una risoluzione che invita la Commissione a presentare una direttiva che stabilisce norme comuni e un regolamento per l’istituzione di uno statuto anche per le associazioni e le organizzazioni transfrontaliere europee
Giovedì 17 febbraio 2022 la sessione plenaria del Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che invita la Commissione europea a presentare una direttiva che stabilisce norme comuni per le organizzazioni senza scopo di lucro nonché un regolamento che istituisce uno statuto per le associazioni e le organizzazioni senza scopo di lucro transfrontaliere europee.
In particolare, con la risoluzione si invita la Commissione a presentare, sulla base dell’art. 114 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (Tfue), una direttiva per l’introduzione di standard minimi e comuni per le organizzazioni senza scopo di lucro nell’UE, nonché, sulla base dell’art. 352 Tfue, un regolamento recante l’introduzione di uno statuto per le associazioni europee che includa regole sulla creazione, la trasparenza e la responsabilità. L’art. 352 Tfue, noto anche come “clausola di flessibilità”, consente infatti all’Unione europea la possibilità di adottare un atto necessario a raggiungere gli obiettivi fissati dai trattati, qualora i poteri d’azione necessari non siano previsti nei trattati stessi. La stessa base giuridica è stata già utilizzata per lo statuto della Società europea, del Gruppo europeo di interesse economico e della Società cooperativa europea.
L’atto è stato assegnato il 13 febbraio 2020 all’esame della “Commissione affari legali” e, in sede consultiva, alla “Commissione per l’occupazione e gli affari sociali” e alla “Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni”.
Il 15 settembre 2021 il relatore Sergey Lagodinsky (Verdi – Germania) ha presentato alla Commissione la proposta di risoluzione, che è stata votata il 9 dicembre 2021.
Il 19 gennaio 2022 tale relazione è stata presentata in sessione plenaria dove è stata definitivamente approvata il 17 febbraio 2022.
Nel corso degli anni e in varie occasioni il Parlamento europeo ha sottolineato il ruolo svolto dalle organizzazioni senza scopo di lucro in molti settori diversi dell’economia dell’Unione europea e nella costruzione di una società civile democratica. Tra gli esempi figurano la Dichiarazione del 2011 sull’introduzione di statuti europei per le mutue, le associazioni e le fondazioni e la risoluzione del 2018 che invita la Commissione a introdurre uno statuto europeo per le imprese sociali e solidali.
Uno studio del Servizio ricerca del Parlamento europeo del 2021 ha peraltro rilevato che un numero crescente di organizzazioni non profit si scontra con ostacoli giuridici e amministrativi quando tenta di sviluppare attività a livello transfrontaliero, ad esempio a causa della mancanza di definizioni coerenti a livello nazionale, di approcci disomogenei all’esenzione fiscale e di ostacoli alle donazioni di beneficenza transfrontaliere a tali organizzazioni. Ciò significa che, sebbene contribuiscano a molti settori quali l’istruzione, la cultura, l’assistenza sanitaria e l’assistenza umanitaria, le organizzazioni senza scopo di lucro non possono sfruttare appieno le numerose possibilità offerte dal mercato unico dell’Unione europea.
Un altro studio del 2021, commissionato dal Dipartimento tematico Diritti dei cittadini e affari costituzionali del Parlamento per la “Commissione giuridica”, ha inoltre svolto un’analisi giuridica comparativa di determinati Paesi, evidenziando la graduale espansione e differenziazione del settore non profit.
Nella risoluzione si sottolinea, in generale, che le disposizioni giuridiche nazionali per le organizzazioni senza scopo di lucro risultano oggi frammentarie e insufficienti per costruire una vera e propria società civile paneuropea: da qui l’opportunità di raccogliere in un corpus unitario e completo regole comuni per la costituzione, l’organizzazione e lo scioglimento delle organizzazioni senza scopo di lucro, così superando il mosaico delle previsioni nazionali attraverso uno standard normativo europeo uniforme e certo.
Si afferma inoltre che un’azione a livello dell’Unione apporterebbe benefici economici e contribuirebbe anche all’innovazione, alla ricerca e alla creazione di posti di lavoro.
Si fa anche espresso riferimento alla giurisprudenza della Corte di giustizia, in particolare alla causa C-78/18, in cui la Corte ha affermato che l’art. 63 Tfue e alcune disposizioni della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea tutelano le organizzazioni senza scopo di lucro da restrizioni discriminatorie e ingiustificate in relazione all’accesso alle risorse e alla libera circolazione dei capitali all’interno dell’Unione.
Tra gli aspetti di interesse:
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