Toscana: una legge per regolare il rapporto tra Terzo settore ed enti pubblici

Un Quaderno edito da Cesvot e scritto da Luca Gori e Francesco Monceri analizza le nuove prospettive aperte dalla legge regionale su co-programmazione, co-progettazione e convenzioni, alla luce anche della sentenza 131 della Corte costituzionale

È la Toscana la prima Regione in Italia ad essersi dotata di una legge regionale sul Terzo settore, la numero 65 del 2020, pubblicata sul bollettino ufficiale il 22 luglio 2020, che integra il tema della co-programmazione e co-progettazione come previsto dal codice del Terzo settore. Al centro di questo atto normativo, infatti, c'è la cultura della collaborazione tra il Terzo settore e la pubblica amministrazione, a partire soprattutto dalle indicazioni su co-programmazione, co-progettazione e convenzioni previste nel codice del Terzo settore. L’obiettivo, in linea con l’intera riforma, è di garantire alle comunità locali servizi pubblici migliori e sempre più rispondenti ai bisogni delle persone, coinvolgendo attivamente gli enti del Terzo settore nei processi decisionali delle autonomie locali.

È questo il tema del volume “Collaborare, non competere. Co-programmazione, co-progettazione, convenzioni nel Codice del Terzo settore” edito da Cesvot nella collana “I Quaderni” e scritto da Luca Gori, ricercatore in diritto costituzionale presso la Scuola Superiore S. Anna di Pisa e Francesco Monceri, avvocato e docente di elementi di diritto amministrativo e dei servizi pubblici presso il Polo Tecnologico Sistemi Logistici di Livorno-Università di Pisa. Il libro contiene il quadro normativo di riferimento su cui si basa l’alleanza tra il mondo del Terzo settore e quello della pubblica amministrazione, a beneficio di quanti operano in tali ambiti e che, sempre più di frequente, si troveranno a pianificare e progettare insieme le politiche di sviluppo del territorio.

L’art. 55 del codice del Terzo settore, infatti, promuove la possibilità per le amministrazioni regionali e locali di affidarsi agli enti del Terzo settore senza più ricorrere ad affidamenti mediante appalti pubblici. La legge regionale toscana rappresenta proprio un ulteriore passo in avanti verso l’attuazione dell’art. 55 perché ne rende concreti i provvedimenti.

Il volume approfondisce le conseguenze di questo nuovo impianto normativo, come modello di piena applicazione del principio di sussidiarietà orizzontale. Questo è legittimato anche dal riconoscimento del ruolo degli enti del Terzo settore grazie alla sentenza 131/2020 della Corte costituzionale, come evoluzione di un modello preferibile al mercato nella predisposizione e gestione dei servizi di interesse generale. In appendice al Quaderno, inoltre, è possibile trovare il codice del Terzo settore, la legge regionale Toscana 65/2020, il parere del Consiglio di Stato n.1382/2018, le sentenze “Spezzino” e “Casta” della Corte di giustizia europea.

È possibile scaricare gratuitamente il Quaderno in formato pdf, previa registrazione all'area riservata MyCesvot. Nell'area riservata è inoltre possibile richiedere una copia cartacea del volume compilando il modulo online.

I commenti degli autori

Nel titolo, spiega uno degli autori Luca Gori nel comunicato stampa di lancio, si trova già una chiara dichiarazione: il Terzo settore non è lo spazio per la competizione nel mercato, ma è il luogo della collaborazione fra enti del Terzo settore, tra loro e con la pubblica amministrazione. Si tratta ora, secondo la visione confermata di recente dalla corte costituzionale, di trovare le forme giuridiche perché questa collaborazione possa avvenire. Forme giuridiche nuove e in costante evoluzione: proprio per questo, nel volume, abbiamo prima inserito un chiarimento delle coordinate costituzionali di fondo e poi un esame, in concreto, dei diversi aspetti normativi introdotti dal codice del Terzo settore.

Come specifica sempre nel comunicato stampa Francesco Monceri, la “generalizzazione” della co-programmazione e co-progettazione determinano un’importante evoluzione dell’amministrazione tradizionale verso l’affermazione di modelli alternativi a quello gerarchico/unilaterale. Gli istituti in parola aprono, dunque, la strada ad una vera condivisione della decisione amministrativa tra pubbliche amministrazioni ed enti del Terzo settore nel campo dei servizi di interesse generale.

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