La trasparenza è uno dei temi ricorrenti del nuovo impianto normativo. Diventare ente del terzo settore (Ets) comporta una serie di agevolazioni che, per essere compensate e monitorate, richiedono maggiore rigore nelle procedure e nella gestione delle attività, con un occhio sempre aperto alla pubblicità all’esterno. Gli Ets, infatti, sono sottoposti a una serie di controlli per verificare la sussistenza dei requisiti di iscrizione al registro unico nazionale del terzo settore e l’adempimento di tutti gli obblighi connessi, il perseguimento delle attività civiche, solidaristiche e di utilità sociale, il corretto impiego delle risorse utilizzate.
Tra i principali strumenti di trasparenza c’è il bilancio o rendiconto (a seconda della grandezza dell’ente) in cui vengono segnalati oneri e proventi e da cui è possibile “leggere” l’andamento economico e gestionale di un ente. Tra le novità introdotte, alcuni criteri di rendicontazione 5 per mille, uno degli strumenti di raccolta fondi più diffuso nel non profit italiano.
Ma non solo. La riforma oltre a ridefinire il regime delle scritture contabili obbligatorie, valida un altro strumento fondamentale per comprendere l’efficacia dell’azione di un Ets: il bilancio sociale. Si tratta di uno strumento di rendicontazione che tiene conto dell’impatto sociale dell’ente e delle sue attività.